Luca Dalmasso
racconta la 'sua'
100 Miglia del Monviso...
Cento Miglia è storia
Cento Miglia è una distanza mitica per l’ultra running: per la storia, principalmente americana, di terre selvagge, di spazi incontaminati, fin dagli anni ‘70. Ma è anche la distanza dell’UTMB, il giro del Monte Bianco, la gara di Trail Running più famosa e partecipata del mondo. Ogni corridore sogna, ambisce a sfidare sé stesso su questa distanza.
Cento Miglia è condivisione
Come da tradizione americana, anche la Cento Miglia Monviso ha l’opportunità di avere dei Pacer: corridori regolarmente iscritti che possono accompagnare un atleta negli ultimi 60 km di gara. Dopo aver passato una notte e un giorno a correre sui sentieri, la stanchezza può arrivare a farla da padrone: avere qualcuno che ti supporta, che ti tiene sveglio, che ti indica la corretta via da seguire nelle ultime, interminabili ore di gara può davvero fare la differenza! E poi, il trovarsi insieme in momenti, magari, di difficoltà, fortifica ed amplifica i legami, l’amicizia, la condivisione. Se ne esce più forti, entrambi!
Cento Miglia è luce
Il cremisi del tramonto dalla collina di Saluzzo, dopo soli dieci minuti di gara, con la prima vista sul Monviso. Il buio della notte in valle Po, con i fasci delle frontali degli atleti che giocano a rincorrersi con le stelle nel cielo. La rosea, violacea alba al cospetto del Monviso, al Rifugio Quintino Sella.
Il sole che scalda i passi di corsa nella lunghissima discesa dal confine con la Francia fino a Sampeyre. Un altro infuocato tramonto che, a seconda del ritmo tenuto, lo si potrà godere dalla cima del Monte Ricordone o da S. Bernardo Vecchio, o nuovamente dalla collina di Saluzzo.
Cento Miglia è suoni
Il tifo di incitamento del centro di Saluzzo gremito di gente. Lo scrosciare dei ruscelli impetuosi attraversati nella notte. Il sibilo del vento ai 2800 metri del Passo San Chiaffredo o del Passo Losetta. I campanacci delle mucche al pascolo nelle alte praterie al cospetto del Monviso. Il dolce e coinvolgente suono della musica occitana che esce dalle ghironde e fisarmoniche nello splendido borgo di Chianale. Il fruscio dei faggi e dei castagni nella seconda, lunga notte in bassa Valle Varaita. La potente voce dello speaker che ti accoglie sotto l’arco di arrivo.